Il culto di San Paolo a Palazzolo Acreide è molto antico, probabilmente anteriore di diversi secoli alla stessa elezione del santo a patrono della cittadina, avvenuta nel 1690, al posto della Madonna di Odigitria.
L'elezione di San Paolo a patrono della cittadina non avvenne senza provocare malumori in una parte dei palazzolesi. Essa infatti scatenò una profonda rivalità tra i Sampaulisi e i Sammastianisi, rispettivamente devoti a San Paolo e alla Madonna di Odigitria, rivalità che si protrasse per più secoli e che si accentuò verso la metà del XIX secolo quando la chiesa di San Sebastiano, dove si venerava la Madonna di Odigitria, e attorno a cui si raccoglieva la popolazione dell'omonimo quartiere, venne elevata a parrocchia. Ancora oggi, anche se solo timidamente, una certa rivalità, tra le due opposte fazioni, riemerge in occasione dei festeggiamenti di San Sebastiano (10 agosto) e di San Paolo.
Oggi i festeggiamenti si aprono il 27 giugno con a sirata a villa per proseguire nel tardo pomeriggio del giorno dopo con il giro della banda musicale per le vie della cittadina. Più tardi, nella chiesa di San Paolo, si prosegue con a sciùta ra cammira, una cerimonia nel corso della quale la statua lignea di San Paolo, opera dello scultore ragusano Vincenzo Lorefice, rimasta coperta da un manto fin dal mese di gennaio, tra un immenso scampanio, il fragore provocato dallo sparo di numerose “bombe” e i continui Viva San Paulu... viva San Paulu... e cchi ssiemu tutti muti... viva lu gran patronu, urlato dalle centinaia e centinaia di devoti che si accalcano nella chiesa, appare al popolo.
banda musicale e du carruozzu rò pani: un particolare carro spinto a mano su cui vengono raccolti i numerosi cudduri - grandi pani a forma di ciambelle con sopra raffigurati dei serpenti - offerti dai devoti e venduti, una volta portati in chiesa e benedetti, ai migliori offerenti.
Nel corso della mattinata è un continuo pellegrinaggio di fedeli che si recano in chiesa per partecipare alle varie funzioni religiose. Tra questi numerosi devoti che hanno fatto il voto della spadda nura, cioè di portare a spalla scoperta la pesante "vara" con il santo e che, per evitare di rimanere esclusi dal trasporto del simulacro, visto che sono tantissimi i contendenti, si prenotano il posto legando un fazzoletto sulle "baiarde" della "vara".
Sempre nel corso della mattinata nella raccolta piazzetta antistante la chiesa si raccolgono centinaia e centinaia di fedeli e turisti che attendono il momento più spettacolare della festa: a sciùta (l'uscita) della reliquia e del simulacro di San Paolo dalla chiesa. Alla fine della messa la statua di San Paolo viene prelevata dall'altare maggiore, sistemata sulla "vara" e, alle 13:00 in punto, portata fuori insieme alle sue reliquie, tra il suono interminabile delle campane, le marce intonate dalle bande, le urla dei portatori e dei devoti, lo sparo delle “bombe” e il lancio di migliaia e migliaia di volantini, con la scritta "viva San Paolo", e di nzareddi, lunghe strisce di carta colorata.
In questi attimi l'imponente e scenografica facciata barocca della chiesa, già dalla mattinata interamente ricoperta, tra cornicioni e balaustre, da centinaia e centinaia di cannoncini per lo sparo di nzareddi, sembra "svanire" nel nulla, "risucchiata" dalle continue esplosioni, dalle lingue di fuoco, da un'immensa nuvola di fumo, dalle migliaia e migliaia di nzareddi che lanciati in aria, attorcigliandosi su se stessi, a mo' di serpenti, cadono sulla "vara", sui portatori, sui numerosi fedeli. Forte è l'emozione degli astanti, spesso sbigottiti davanti a tanto eccesso, fumo, suoni, urla, botti e nzareddi che piovono dall'alto.
Dopo un lungo fuoco d'artificio la reliquia e la statua di San Paolo, preceduti da diverse stendardi rossi e blu e seguite da numerose donne a piedi scalzi, che hanno fatto il voto du viagghiu scausu, vengono condotte, facendosi largo tra la folla, lungo alcune vie della parte più antica della cittadina. La processione si caratterizza per le numerose offerte in denaro, effettuate dai devoti e appese su appositi nastri, nonché per la presenza di numerosi bambini che, completamente nudi, vengono affidati dai propri genitori a dei giovani che si trovano sulla "vara" e da questi alzati verso il cielo e verso San Paolo mentre, insieme a tutti coloro che si trovano attorno, urlano Viva San Paulu... e cchi ssiemu tutti muti... viva San Paulu patronu, atto attraverso cui i bambini vengono consacrati a San Paolo.
La processione procede in questo modo sino a raggiungere la chiesa Madre dove reliquia e statua vengono lasciate sino a sera quando, con una nuova processione, vengono condotti lungo le vie principali dell'intera cittadina per poi essere riaccompagnati, in tarda serata, nella chiesa di San Paolo dove, dopo un lungo e spettacolare fuoco d'artificio, si pone fine ai festeggiamenti.

